Si ama, forse, il proprio respiro? Il buio oltre la siepe

Il buio oltre la siepe
Il buio oltre la siepe

Non mi ero mai messa di proposito a imparare a leggere, ma mi ero in un certo senso pasciuta del fango dei quotidiani. Nelle lunghe ore passate in chiesa… è stato forse allora che ho imparato a leggere? Nel mio ricordo non esisteva un’epoca in cui non fossi capace di leggere gli inni. Ora che ero costretta a pensarci, mi pareva che la lettura fosse una cosa venutami naturalmente, come l’abbottonarmi la tuta da operaio senza guardare, o fare il doppio nodo alle scarpe da un groviglio di lacci. Non ricordavo più il momento in cui le righe che il dito di Atticus indicava, muovendosi sulla pagina, si erano separate in tante parole, mi ricordavo di aver fissato quelle righe ogni sera della mia vita, ascoltando le notizie di cronaca, il dibattito parlamentare, i diari di Lorenzo Dow, tutto quello che leggeva Atticus, la sera, quando mi arrampicavo sulle sue ginocchia. Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?

Lo dice Scout nel bellissimo libro di Harper Lee, Il Buio oltre la siepe

Qui un mio commento scritto sul blog di una cara amica, Francesca Magni

Il libro: Il buio oltre la siepe

L’autrice: Harper Lee (ho scoperto che è una donna!)

Il bacino d’utenza: questo libro lo metterei tranquillamente in mano a un ragazzino delle medie che abbia voglia di leggere o a un ragazzo delle superiori. Una vera rivelazione, un libro che emoziona e insegna che alle proprie convinzioni non bisogna mai rinunciare, anche se sappiamo di essere sconfitti in partenza.

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