Trilogia della pianura #1: Canto della pianura Kent Haruf

cantodipianuraHo difficoltà a esprimere cosa mi abbia conquistato in questo libro, che ho letto in una giornata senza riuscire a staccarmi dalle sue pagine.
Saranno le atmosfere rarefatte della cittadina di Holt, in Colorado (che non esiste, come spiegato in questa intervista all’autore qui). Saranno gli attimi in cui i protagonisti alzano sguardo dalle faccende in cui sono immersi e vedono la luce del tramonto, il vento che spazza la polvere, gli alberi spogli.

Sono i particolari che colpiscono di questo libro capolavoro.

Non immaginate lunghe descrizioni perché Kent Haruf ha una prosa limpida e pulita, quasi scarna. Tutto qui è misurato, perfetto.
Ma il suo realismo è così intenso che ti porta a immergerti completamente nella vita dei personaggi della cittadina di Holt. Ci sono scene forti, penso all’autopsia del cavallo,  oppure drammatiche, come la violenza sui due bambini protagonisti, ma il gusto che ti lascia in bocca questo libro è un senso di pace, di vita che scorre tranquilla in una cittadina polverosa, di luci accese dentro casa disperse nella pianura, di tepori, atti gentili compiuti con gesti scarni e poche parole. Non puoi non provare empatia per i due vecchi fratelli McPheron, uomini di campagna, la pelle  inaridita dal freddo ma il cuore grande. Non puoi non amare la morbida Maggie Jones, la donna che fa da collante alle storie narrate nel libro. Non puoi non innervosirti di fronte alla sfrontatezza dei genitori di Russell Beckman, tanti soldi ma pochissimo cervello.
Segui il filo dei racconti che si intrecciano in Canto della Pianura senza mai immaginare il seguito delle storie, se a Ike e Bobby succederà qualcosa di brutto, se Victoria Roubideaux avrà il suo bambino, se i vecchi McPheron continueranno ad avere pazienza e a vivere con Victoria. Canto della Pianura è come la vita, imprevedibile.

Un libro capolavoro e, se non fosse che siamo a gennaio 2016, potrei dire che è il migliore libro letto quest’anno.Reading Challenge 2016

Ovviamente seguiranno Benedizione e Crepuscolo (che uscirà per NNEditore a maggio) per cui con  Canto della Pianura partecipo alla #readingchallenge2016 nella categoria #misparounatrilogia

Il libro: Canto della pianura

Autore: Kent Haruf (traduzione di Fabio Cremonesi)

Bacino d’utenza: io, come faccio sempre con i libri che mi piacciono, lo vorrei far leggere a tutti, ma sono sicura che piacerà in particolar modo a chi ha amato Olive Kitteridge della Strout, Stoner di Williams e il grande Carver di Cattedrale.

 

15 commenti

  1. sono in uno di quei periodi in cui non trovo nulla che mi soddisfa. Ieri l’ho iniziato e poi mi sembrava di sprecarlo… sono passata a Revenant sperando mi dia lo scossone giusto 😉

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    • A me è piaciuto moltissimo, se non si fosse capito 🙂 e ieri ho già iniziato Benedizione, che non ho ancora capito se è il primo o il secondo della trilogia. Come trilogia è strana, nel senso che i 3 romanzi sono ambientati tutti a Holt ma i protagonisti cambiano.

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    • Mentre leggevo Cattedrale, il racconto che dà il titolo alla raccolta di Carver, stavo dimenticando mio figlio in piscina. Raccontano della vita ma lo fanno in modo così poetico e così nitido che ti commuovono.

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    • Non guarda ora sono sicura. Benedizione è il terzo. Perché si fa cenno a delle vicende narrate in Canto della Pianura e in Crepuscolo. Leggilo, sono sicura che ti piacerà.

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