Correre di Jean Echenoz

Correre
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Correre di Jean Echenoz è la storia degli anni della maturità di Emil Zàtopek, atleta cecoslovacco diventato eroe nazionale per le sue innumerevoli vittorie e poi radiato dal partito comunista per l’appoggio ad Alexander Dubceck, il protagonista della Primavera di Praga.

Un vita da eroe, la sua, anche se lo stile di Echenoz è ben lontano dai toni epici che ci aspetteremmo. Le vicende sono narrate con leggerezza e un’ironia che lascia intravedere la simpatia di Echenoz nel confronti di un personaggio dall’andatura poco elegante e sgraziata eppure capace di inanellare tre vittore in un’unica olimpiade: ad Helsinki nel 1952 vinse 5000 m, 10000m e maratona.

Dall’occupazione nazista alla liberazione russa, dal comunismo alla primavera di Praga, Emil Zàtopek sembra attraversare la storia a passo di corsa.

Nel video Emil che corre la Maratona alle Olimpiadi di Helinski nel 1952. E sotto le parole di Echenoz dal libro Correre:

Insomma, parte. E tutti, malignamente, pregustano lo spettacolo di lui che al solito storce la faccia, tortura quelle quattro ossa, quasi si facesse violenza a ogni falcata. Neanche per idea. L’uomo coi lineamenti stravolti da un dolore atroce è l’Emil della pista. L’altro Emil, quello della maratona, corre con assoluta serenità, senza tradire la minima sofferenza. A metà percorso, dove spesso i concorrenti col morale a terra fanno dietrofront, siccome uno svedese e un inglese l’hanno scortato fin lì con tanto di lingua bianca fuori, si gira sorridendo verso di loro: Ragazzi, dice, siete stati gentili ad accompagnarmi ma adesso vi lascio. Devo proprio andare.
Li pianta in asso e prosegue da solo, godendosi la propria scioltezza.
La falcata regolare, l’espressione serena, Emil risponde con rapidi cenni alle grida del pubblico assiepato lungo il tragitto, scambia battute con i tizi delle auto che seguono la corsa, strizza l’occhio a chi ancora si stupisce della sua schiacciante superiorità. E’ la prima volta che correndo sorride, con tutti i suoi dentoni, guardando il paesaggio. Ci manca soltanto che firmi autografi, che rilasci dichiarazioni sulla amena campagna finlandese, ridente scenario di abetaie e di campi d’orzo, di pietraie scure e di betulle, di stagni che scintillano al sole.
A sette chilometri dall’arrivo, però, lieve seccatura: la maglia gli si è incollata al petto per il sudore e allora lui la arrotola e prosegue a torso seminudo, raggiante. Poi, dato che lo stadio è vicino, meglio controllare se il sistema espressivo funziona ancora. Comincia quindi a fare smorfie per essere sicuro che lo riconoscano, ma solo un po’, non è la grande dimostrazione classica, nulla di paragonabile alla gag che fa in pista. Solo una breve serie di ghigni che intensifica giusto prima dello stadio dove saranno un po’ il suo passaporto, così il pubblico lo riconoscerà appena entra e sarà contento di sapere che è sempre lui.

Il libro: Correre (Adelphi)
L’autore: Jean Echenoz
Il bacino d’utenza: un regalo ideale per sportivi e maratoneti, come mia cugggina Danielonda. Io, che faccio fatica a correre dietro l’autobus, ho comunque gustato la sua storia con grande piacere.

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5 commenti

    • Io cercavo un altro libro suo, Un anno, ormai introvabile e mi sono imbattuta in questo. Echenoz ha scritto altre due biografie, una su Ravel e una su Tesla dal titolo Lampi. A me attirano entrambe!

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  1. […] Avete mai sentito nominare Emil Zàtopek? Eroe nazionale cecoslovacco, maratoneta dal passo sgraziato e dalla smorfia indimenticabile, prima eroe comunista e poi radiato dal partito per la sua partecipazione alla Primavera di Praga. Un libro da gustare seduti sul proprio divano o da regalare a che ama correre. Qui una rece più approfondita […]

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