Flavia de Luce – i gialli di Alan Bradley

Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli
Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli

Da adolescente divoravo i gialli di Agatha Christie ambientati  nella campagna inglese, quelli con protagonista la vecchietta impicciona (e parecchio portasfortuna) Miss Marple. Poi mi sono fissata con la serie tv L’ispettore Barnaby (qui  trovate tutte le repliche), situata  in una immaginaria Contea inglese, Misdomer. Ora ho incontrato Flavia de Luce, e i suoi gialli ambientati anni cinquanta a Bishop’s Lacey.

Se condividete in miei stessi gusti in fatto di gialli dall’ambientazione british e avete voglia di distendervi con un romanzo che contenga una certa dose di suspence ma senza troppi spargimenti di sangue, non perdetevi le avventure di Flavia de Luce. Ho letto, uno di seguito all’altro, Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli e, a seguire, La morte non è cosa per ragazzine editi entrambi da Mondadori.

L’originalità di questi gialli sta nel fatto che Flavia de Luce è una ragazzina di soli 11 anni appassionata di chimica. Vive  attorno al 1950 in nell’antica e nobile dimora di Buckshaw con le due sorelle maggiori con le quali non va per nulla d’accordo e con il padre, nobile decaduto e appassionato filatelico.  Completano il quadro familiare il tuttofare (e veterano di guerra) Dodger, e la cuoca e governante Mrs Mullet specializzata in dolci immangiabili e pettegolezzi di paese. Nella casa enorme nella quale abita ha ritrovato e reso suo rifugio personale il laboratorio del defunto zio Tar, un laboratorio vittoriano di chimica con tutto quello che può servire per  approfondire e studiare i complessi meccanismi della natura.

Una certa dose si sfortuna si deve riconoscere anche a Flavia che, a soli 11 anni, si trova ad assistere in diretta a due delitti, ma si sa, senza un po’ di finzione questo tipo di libro non esisterebbe. Così come è normale che Flavia e le sorelle Daphne e Ophelia non crescano e restino come cristallizzate nelle loro manie e nella loro eterna giovinezza. Ma noi, lettori di gialli seriali, non ci facciamo caso. Anzi ci affezioniamo ai personaggi proprio per come sono in quel preciso momento e vorremmo che i cambiamenti fossero minimi. Ecco, Flavia non delude perché rimane una bambina che gira per la campagna inglese con la sua bicicletta scalcagnata ereditata dalla madre defunta, un misto di irriverenza, incoscienza e di ingenuità che fa sorridere e divertire, senza pretendere di essere né didattico né didascalico. Proprio il suo essere al di fuori di ogni sospetto e ben conosciuta nel villaggio di Bishop’s Lacey consente a Flavia di ricevere confidenze e pettegolezzi che, grazie alla mente acuta, riesce ad allineare abilmente riscostruendo dei quadri precisi di moventi e delitti. Logica, deduzione e chimica applicata: grazie a queste qualità Flavia raggiunge risultati notevoli ancor prima della polizia investigativa locale.
Una lettura leggera ma gradevole, resa interessante da una figuretta davvero ben definita e tratteggiata.

La morte non è cosa per ragazzine
La morte non è cosa per ragazzine

Il libro: Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli (The Sweetness at the Bottom of the Pie) e La morte non è cosa per ragazzine (The Weed that Strings the Hangman’s Bag)

L’autore: Alan Bradley (qui il sito web in inglese)

Il bacino d’utenza: dai 9 ai 99 anni, questo è un giallo che può essere messo in mano tranquillamente anche all’adolescente curioso. I ragazzini si riconosceranno nel personaggio mentre gli adulti potranno godersi l’ambientazione puramente british e le trame originali. Io ho preferito il secondo romanzo della serie al primo ma ovviamente, consiglio di iniziare la lettura da Flavia de Luce e il delitto nel campo dei cetrioli perchè i riferimenti al primo libro nel secondo sono continui. Il terzo della serie è pubblicato in Italia da Sellerio con il titolo Aringhe rosse senza mostarda.

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