
Esiste un significato nella vita? Per Pierre Anthon, ragazzo danese neppure quindicenne no, non esiste alcun significato. Quindi tanto vale passare la vita su un albero di prugne dileggiando i compagni di scuola e invitando loro ad aprire gli occhi di fronte alla realtà: “Non c’è niente che abbia senso, è tanto tempo che lo so. Perciò non vale la pena far niente, lo vedo solo adesso.”
I compagni di scuola decidono che il significato devono trovarlo a tutti i costi e per ognuno di loro il significato sarà diverso, in un escalation di richieste sempre più difficili, sempre più crudeli, sempre più violente. Una scala di orrori verso una “redenzione” finale: il significato DEVE ESISTERE e Pierre Anthon DEVE comprenderlo. Non svelerò la fine sorprendente.
Il libro esce in Italia ora Niente da Feltrinelli, è stato scritto nel 2000 ed era stato pubblicato da Fanucci nel 2004, dopo aver suscitato critiche e censure ma anche premi e lodi entusiastiche.
Per me Niente ha il tono della fiaba, di quelle fiabe cattive e crudeli come Hansel e Gretel o Pollicino. Le fiabe dove i bambini sono vessati e in pericolo, uccidono e vengono uccisi, rubano, deridono ma con l’arguzia e con la violenza riescono ad avere la meglio. I bambini non sono innocenti. Nel libro ho trovato tutto questo: derisione, ladrocinio, violenza, assassinio. Tutto con il tono lieve che contraddistingue le fiabe. Fiaba crudele e leggera al tempo stesso. L’ho letto d’un fiato, poi ho chiuso il libro e lo sguardo si è posato sui miei figli…
Il libro: Niente
L’autrice: Janne Teller
Il bacino d’utenza: i buoni lettori che non si lasciano spaventare dalle critiche e dalle censure perché non c’è Niente di cui stupirci. Davvero non c’è Niente che abbia senso?
Interessantissima questa segnalazione. Non ne avevo sentito parlare ma mi intriga il fatto che abbia l’incedere della fiaba.
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Mah, io ci ho visto molto della fiaba: i genitori solo sullo sfondo, il ragazzino che sta sull’albero di prugne senza che nessun adulto intervenga, l’escalation di richieste fatte dai ragazzini l’uno all’altro perchè ognuno si privi della cosa che per lui ha più significato, i furti e le violenze che avvengono all’insaputa di tutti gli adulti. Non mi pare veritiero, io ho riscontrato elementi di fiabesco e metaforico…non so se tutti lo leggeranno allo stesso modo!
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Quale contesto migliore per raccontare l’orrore e gestire la paura se non nelle favole. Chissà se questo racconto della ricerca del senso dell’esistenza può dare sollievo alla frustrazione della mia, di ricerca…
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Non credo proprio; per gli adolescenti del libro, i “significati” andavano dalla bandiera danese ai sandali verdi con tacco al crocifisso via via sempre più in alto (o in basso) fino alle violenze fisiche.
Comunque è un libro che ti fa pensare, dopo averlo chiuso ho riflettuto su cosa fosse per me il SIGNIFICATO e di cosa potrei privarmi per mostrare a tutti che c’è un significato. Di “cosa” che per me ha significato potrei davvero privarmi? La risposta è nel titolo del libro.
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[…] del blog “tre cugggine” per i preziosi consigli di lettura a cui devo la scelta di questo romanzo e del […]
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Ciao. Io l’ho letto così: I bambini hanno dovuto uccidere Pierre Anthon perché non sono riusciti ad ammettere che aveva ragione. C’è tutta la brutale immaturità dei bambini in questo, distruggo ciò che non comprendo ciò che non voglio ammettere sia vero.
I bambini non hanno mezzi per difendersi dal nichilismo, bandire questo libro non serve, semmai li aiuterei a comprenderlo nel modo giusto.
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ohmbretta concordo, neppure io mi spiego la necessità di bandire il libro. Se sei di Milano o vivi vicino, Janne Teller sarà al Festival Cafè Copenhagen. Trovi qui il programma
http://www.iperborea.com/it/eventi/20378.html?task=view
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[…] a parte la celeberrima Karen Blixen. Recentemente però ho letto un bel romanzo di una scrittrice, Janne Teller, che sarà in Italia in questi giorni nell’ambito di una manifestazione organizzata da […]
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Lo sto leggendo ora.
Mi sta accorciando il fiato, parola dopo parola.
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Allora attendo le tue impressioni. Non è un libro facile ma, ti assicuro, a due anni dalla lettura ricordo perfettamente la trama e il finale. Non mi capita spesso 🙂
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Quello che mi sconvolge é la linearitá e la semplicitá con cui si scava in un tema tanto profondo. Questo é il Massimo che io possa aspettarmi da una narrazione.
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Concordo. Eppure è un libro molto discusso
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Le motivazioni di questa discussione sono il motore stesso della narrazione, io credo.
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[…] (traduzione di Maria Valeria D’Avino) Niente ha il tono della fiaba, di quelle fiabe cattive e crudeli come Hansel e Gretel o Pollicino. Le fiabe dove i bambini sono vessati e in pericolo, uccidono e vengono uccisi, rubano, deridono ma con l’arguzia e con la violenza riescono ad avere la meglio. I bambini non sono innocenti. Nel libro ho trovato tutto questo: derisione, ladrocinio, violenza, assassinio. Tutto con il tono lieve che contraddistingue le fiabe. Fiaba crudele e leggera al tempo stesso. Ne scrivo qui. […]
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